STRATIFICAZIONE SOTTRAZIONE ADDIZIONE CONGLOMERATE-ORDER REUSE FOUND INFILL WEITERBAUEN MIMESI TEMPO MODIFICAZIONE DEFLESSIONE USURE PATINA RINNOVAZIONE RIPROGRAMMAZIONE MUTAMENTO PARASSITO APPROPRIAZIONE SPOGLIA MEMORIA SOSTEGNO OVERSHAPING RIPARAZIONE
Esercizio veloce
Si possono distinguere diverse strategie nel trattamento del tessuto edilizio esistente. Raramente si persegue esclusivamente una strategia; di solito se ne applicano diverse in modo sincrono e sovrapposto. Abbiamo cercato di trovare dei nomi concisi per queste strategie e le abbiamo chiamate „keywords“. I “keywords” o le strategie di azione possono essere applicate a varie materie, come l’architettura, l’arte e la letteratura. La comprensione di base di una parola chiave può sembrare molto semplice a prima vista. Tuttavia, se si guarda la quantità di parole chiave diverse, ci si rende conto rapidamente che sono le sottigliezze nella comprensione della rispettiva parola chiave che contano. Una volta raggiunta la profondità dei possibili significati di un “keyword”, ci si rende conto che dipende anche dalla percezione personale del termine e da come lo si affronta - ognuno legge in modo diverso.
In questo primo compito, vogliamo che guardiate ciascuna dei „keyword“ e leggiate i loro testi introduttivi. È un tipo di linguaggio che vogliamo che voi acquisiate, perché ci accompagnerà durante tutto il semestre. Nella seconda fase di questo compito, sceglierete un esempio di riutilizzo dalla vostra città o regione, gli assegnerete un „keyword“ e giustificherete la vostra scelta. Vi invitiamo a scegliere un esempio dalla vostra vita quotidiana: forse un edificio o un luogo che passate andando al lavoro, non una vista dall’alto. Questo compito dovrebbe essere un’introduzione agli diversi „keyword“ per voi - e un modo per noi di conoscervi meglio!

Infill - stud. Manon Arduino
Nel 1834, il „Théâtre de l‘Oriental“ era diviso in tre parti: la cappella cattolica, la chiesa parrocchiale e, in mezzo, il cortile
con la scala centrale. Più tardi, questa disposizione è stata offuscata dall‘aggiunta di annessi legati a molteplici trasformazioni
e cambiamenti d‘uso del sito: scuola, teatro, cinema, accademia di danza e infine di nuovo un teatro. Quest‘ultimo incarico ha
permesso il ritorno della tipologia di base in tre parti del piano. Le diverse strategie adottate evidenziano le stratificazioni e sono
perfettamente integrate nella patina esistente dell‘edificio.

Riprogrammazione - stud. Federico Stefanoni
La conversione a museo dell‘ex-birrificio lungo il fiume Mera, nella zona ex-industriale della Bottonera a Chiavenna è la trasformazione di un sistema di architetture minori in un aggregato di funzioni culturali. L‘area è una vasta corte definita su tre lati dove s‘innestano, mantenendo intatto l‘impianto originario, tre corpi principali: il museo, con l‘addizione di un nuovo vano scala esterno, la biblioteca e uno spazio dinamico coperto. Il pro- getto distingue le integrazioni moderne dalle parti antiche con- servate, nella scelta sia tipologica (scala), sia materica (cemento armato) per il nuovo, mantenendo la muratura in pietra e serra- menti in legno per il preesistente.

Sottrazione - stud. Alessandra Cavallaro
La storia della basilica di San Giovanni in Conca a Milano racconta di un vero e proprio
desiderio architettonico di permanenza. L’architettura è stata in grado di sopravvivere
agli stravolgimenti dei piani regolatori svolti durante il periodo del secondo dopoguer-
ra. Nonostante la chiesa sia stata sventrata oggi assume una nuova identità. I suoi resti
oltre a raccontare la stratificazione temporale della città definiscono una nuova area
pubblica esterna che conduce all‘antica cripta. Il costruito non costituisce più uno spa-
zio ma un luogo caratterizzato da un forte rapporto scenografico con la città. Il riutiliz-
zo della facciata, ricollocata nel nuovo tempio Valdese in via Francesco Sforza, crea un
ulteriore stato di tensione tra passato e presente. Lo smantellamento della facciata e la
sua successiva ricostruzione sono stati eseguiti più che per una questione ecologia per
una questione architettonico-artistica. Questa scelta progettuale racconta la volontà di
preservare un simbolo riconosciuto dalla comunità. Il decorso di questa architettura
mostra come siano sfaccettate le possibilità di relazione con l‘esistente.
Sottrazione - stud. Julien Orozco
Il progetto è la conversione di una prigione situata nel centro
storico di Losanna in uno studio di architettura. L‘edificio, ori-
ginariamente concepito come abitazione, era occupato da dieci
celle della prigione dalla sua inaugurazione nel 1931. Tutti gli
elementi superflui sono stati spogliati per recuperare la strut-
tura originale, consentendo spazi di lavoro trasversali e con-
servando alcune delle celle originali, testimonianza della pre-
cedente funzione dell‘edificio. La tipologia delle celle è ancora
distinguibile attraverso le cicatrici visibili sui pavimenti dove
una volta c‘erano i muri.


Riprogrammazione - stud. Chiara Maisto
La Centrale Montemartini ospitava il primo impianto pubblico
per la produzione di energia elettrica di Roma. Dopo la caduta
in disuso nel 1963, nel 1997 alcune opere conservate nei Musei
Capitolini vengono trasferite lì. Nell‘intervento la parte fisica
dell‘edificio non viene cambiata, viene decisa unicamente una
nuova funzione che comprenda l‘aggiunta minima di elementi
leggeri richiesti dal nuovo uso. Il progetto decide di utilizzare
le macchine come sfondo per valorizzare le opere classiche,
permettendo però allo stesso tempo di mettere in scena anche
queste all‘interno del percorso museale.

Infill - stud. Joel Brynielsson
The seaplane hangar on Holmen – a large, wide building origi-
nally used for the construction of large, navy seaplanes. It is ori-
ginally designed in 1921 by architect Christian Olrich, and is one
of the first pre-stressed concrete structures of its size in Den-
mark. The infill is framed by three white steel structures and
between them lay common work areas. The room ranges bet-
ween two and four stories in height and each structure is “dres-
sed“ with large parachute fabric curtains, which allows for the
inner spaces to be opened or closed-off from the rest of the com-
munal office space.

Riprogrammazione - stud. Egil Khalbom
Set in a former church in Copenhagen, the Absalon community
center is a non-profit institution where locals are given the
chance to meet and socialize in new and casual ways. The
generous space formerly used for worship, now houses a large
variety of public activities like dinners, yoga, parties and ping-
pong. Through relatively small interventions, like changes in
colour, lighting and the addition of a few access routes, the
church has been adapted to the diversity of its new users and
activities, while its programmatic function as a meeting place in
the city has been revived.
